Grande successo dei nostri ragazzi del Comì comè, che, nel secondo weekend di settembre, hanno partecipato allo street food fest a Monsummano Terme. Apprezzamento è venuto dalla istituzioni, ma soprattutto dagli avventori che hanno gustato con soddisfazione le crepes salate e dolci dai nostri ragazzi, che a turno si sono avvicendati nel trailer per la preparazione e il servizio. Marisa Biancardi, presidente della nostra Fondazione, ha espresso il suo compaciamento per la riuscita della nostra partecipazione alla manifestazione di Monsummano, sottolineando la natura di del progetto, costruito sulle capacità e peculiarità di alcuni dei nostri ragazzi. Il metodo che la Fondazione Mai soli persegue, infatti, è quello di personalizzare i progetti secondo le tipologie di disabilità. Nel caso dei ragazzi del Comì Comè si tratta di ragazzi con disabilità tali che permettono loro di fare cose importanti e fattive, che attirano piacevolmente l’attenzione della comunità. Questo è sicuramente un fatto positivo, poiché dimostra che anche le persone con disabilità possono essere parte attiva della società ed aiuta a far capire che bisogna uscire da una pura logica assistenziale.
Sarebbe, continua la presidente Biancardi, un grave errore pensare che essi rappresentino l’intero mondo della disabilità; ci sono altri giovani e adulti con disabilità più gravi che hanno necessità di supporti e accompagnamento più importanti (ciò non vuol dire mera assistenza), anche per loro la Fondazione organizza progetti che stimolano le loro autonomie. Ma ciò che angoscia di più i genitori è il pensiero del ” Dopo di noi ” , ossia del momento in cui non ci saranno più i genitori o non saranno più in grado di supportarli perché anziani. Ecco perché vorrei che questo ed altri progetti portassero all’attenzione della società e delle istituzioni il tema della disabilità in tutte le sue dimensioni, perché è un diritto di questi nostri figli con disabilità poter continuare ad avere una buona qualità della vita anche dopo la scomparsa dei genitori e ciò significa , come enuncia l’ ultima legge sul “dopo di noi”, che non devono più esistere istituti o residenze per disabili con grandi numeri di ospiti, bensì contesti a carattere familiare simili a quelle in cui i disabili hanno sempre vissuto.